In Associazione Luca Coscioni sono arrivate 33 richieste di informazioni/aiuto al giorno durante il lockdown, 3000 in totale, chiedono informazioni su dove abortire e sulla pillola del giorno dopo

Indagine SWG: il 33% degli italiani chiede più tutele; Ass.Coscioni, AMICA: “Legge ancora da difendere a scapito della salute delle donne”

“Da testimonianze dirette apprendiamo che, troppo spesso, l’accesso all’IVG è negato o reso difficile da percorsi ad ostacoli – dichiarano Filomena Gallo e Mirella Parachini (Ass.Luca Coscioni), Anna Pompili (AMICA) e Sara Martelli (coordinatr. Aborto al Sicuro)– .Ad ogni anniversario della legge che disciplina il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza, emerge la mancanza di volontà politica nell’applicazione di questa norma che ha avuto il merito di evitare gravi danni alla salute delle donne. Sembra che la salute della donna non rientri tra le tutele previste dagli Art. 32 e 3 della nostra costituzione, sul Principio di uguaglianza e tutela della salute. Anche quest’anno non è possibile commentare i dati dell’anno precedente sull’applicazione della 194/78 ai sensi dell’art. 16 della stessa, perché il ministro della Salute Roberto Speranza non ha ancora depositato la relazione al parlamento sulla 194, siamo fermi ai dati relativi al 2017, e neppure il Ministro di Grazia e Giustizia ha inteso presentare una relazione prevista dalla stessa legge 194, in questo caso siamo fermi al 2016”.

L’Associazione Luca Coscioni inoltre, comunica i dati registrati durante il lock-down da CitBot, l’intelligenza artificiale gratuitamente disponibile 24/7 sul sito dell’associazione che risponde su diversi temi tra cui l’ABORTO, che risulta il tema più consultato circa 3mila domande. Chiedono, in particolare, informazioni su dove abortire (cioè in quali strutture), o informazioni sulla pillola del giorno dopo.

Inoltre da un sondaggio commissionato dall’Associazione Luca Coscioni a SWG, per conoscere la posizione degli italiani sul tema emerge  che il 31% della popolazione ritiene che la legge vada cambiata, per raggiungere una più larga applicabilità; il 50% degli intervistati chiede, inoltre, di migliorare l’Ivg farmacologica, consentendo il regime ambulatoriale o a casa come avviene in altri Paesi, mentre il 27% reclama la gratuità della contraccezione: si tratta di dati in controtendenza rispetto all’inerzia politica sul tema.

Queste le proposte alla politica dell’Associazione Coscioni con altre associazioni tra cui AIED e AMICA:

In tempo di COVID-19, nonostante, l’interruzione di gravidanza abbia sempre un carattere d’urgenza e rientri nelle prestazioni inderogabili anche secondo il decreto del Ministro della Salute, alcuni ospedali stanno riducendo, altri sospendendo, gli accessi alle pratiche per l’aborto, senza fornire chiare informazioni a riguardo, con enormi differenze da regione a regione. Abbiamo proposto, con altre associazioni di medici non obiettori e la rete pro-choice, di prevedere l’aborto farmacologico ambulatoriale in combinazione con parte di somministrazione autonoma.

  • Estendere l’applicazione del metodo farmacologico dell’interruzione di gravidanza fino al 63°giorno di amenorrea e in regime di day hospital e ambulatoriale e arrivare alla contraccezione gratuita;
  • Creare un albo pubblico dei medici obiettori di coscienza;
  • Elaborare una legge quadro che definisca e regolamenti l’obiezione di coscienza anche con servizio alternativo;
  • Istituzione di concorsi pubblici riservati al 50% a medici non obiettori per la gestione dei servizi di IVG;
  • Utilizzare medici “gettonati” per sopperire urgentemente alle carenze dei medici non obiettori;
  • Offrire la deroga al blocco dei turnover nelle Regioni dove i servizi di IVG sono scoperti.

APPROFONDIMENTO – LE AZIONI IN CORSO

Associazione Luca Coscioni  insieme a AMICA, e ad altre associazioni sono attualmente impegnate in una serie di azioni mirate di richieste di incontro con le regioni a partire dalla regione Lazio e con proposte regionali in materia con la campagna “Aborto al sicuro”, che ha messo in campo diverse iniziative per facilitare l’accesso alle strutture che si occupano di IVG tramite proposte di legge regionali e per migliorare l’accesso alle informazioni sui rischi dell’aborto fai-da-te, in italiano e nelle lingue più parlate dalle donne straniere in Italia. La proposta di legge mira a: la costituzione di un centro di informazione e coordinamento regionale, prevedendo anche un adeguato monitoraggio dell’obiezione di coscienza; la conferma dell’attribuzione ai consultori familiari di una funzione centrale nel favorire il percorso di accesso ai servizi e di partecipare attivamente ad alcune sue fasi; l’introduzione di protocolli che permettano alla donna e al medico referente di scegliere il metodo di IVG più aggiornato e più adeguato al singolo caso; un’adeguata presa in carico dei casi urgenti e la garanzia della continuità terapeutica per le donne che si rivolgono alle strutture pubbliche e alle private accreditate per procreazione medicalmente assistita e/o diagnosi prenatale; informazione e accesso gratuito alla contraccezione in fase post-abortiva; la formazione del personale sanitario e non.